IL MECCANISMO DI CONDIZIONALITÀ CONTRO L’UNGHERIA, UN APPROFONDIMENTO

Come funziona e perché è stato attivato il meccanismo di condizionalità contro l’Ungheria

Durante il dibattito al Parlamento europeo sui risultati ottenuti nei primi due anni dal suo esecutivo, la Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato che l’Unione europea attiverà per la prima volta il meccanismo di condizionalità sullo stato di diritto contro l’Ungheria.

Trattandosi della prima attivazione di questo strumento importante, di cui abbiamo già parlato in altri articoli, è utile comprendere come funziona, perché è stato attivato ora e quali saranno i prossimi passaggi per quanto riguarda la procedura contro l’Ungheria.

Cos’è il meccanismo di condizionalità?

Il cosiddetto meccanismo di condizionalità vincola l’erogazione dei fondi del bilancio europeo al rispetto dei valori fondamentali dell’Ue. Presentato nel maggio 2018 dalla Commissione europea,è rimasto bloccato per quasi tre anni al Consiglio europeo, dove i veti incrociati di diversi governi nazionali hanno impedito che diventasse legge.

Il meccanismo, approvato finalmente nel dicembre 2020 e già in vigore dal 1° gennaio 2021, di fatto permette all’Ue di sospendere i fondi europei destinati a uno Stato membro in caso di gravi carenze in materia di stato di diritto. Finora mai utilizzato, il meccanismo non riguarda tutte le carenze relative allo stato di diritto ma solo quelle che hanno un impatto diretto sul bilancio dell’Ue.

Nello specifico, secondo il regolamento che lo ha istituito, vengono coperte solo le violazioni “che compromettono o rischiano seriamente di compromettere in modo sufficientemente diretto la sana gestione finanziaria del bilancio dell’Unione o la tutela degli interessi finanziari dell’Unione.”

Perché è stato attivato adesso?

Il Parlamento europeo ha chiesto in diverse risoluzioni, l’ultima approvata a larghissima maggioranza lo scorso 10 marzo, di usare il meccanismo il prima possibile ma finora la Commissione non si era ancora mossa.

Il meccanismo è stato infatti oggetto di forti critiche da parte dei governi polacco e ungherese che avevano persino minacciato di far saltare l’accordo sul Recovery Fund se fosse stato approvato. Il compromesso trovato tra i governi europei nel 2020 è stato quello di attendere il parere della Corte di giustizia dell’Ue sui ricorsi presentati da Varsavia e Budapest prima di attivare il meccanismo.

Il parere positivo della Corte è arrivato il 16 febbraio 2022 ma la Commissione ha comunque atteso il risultato delle elezioni parlamentari ungheresi tenutesi lo scorso 3 aprile, che purtroppo hanno riconfermato il governo di Viktor Orbán responsabile della continua restrizione delle libertà civili e politiche in atto nel Paese da ormai dieci anni a questa parte.

Come funziona? 

Vi sono diversi passaggi dal momento in cui viene attivato il meccanismo a quando vengono attivate eventuali sanzioni:

1. Notifica scritta: il primo passaggio formale per l’attivazione del meccanismo è l’invio, da parte della Commissione allo Stato membro interessato, di una notifica scritta nella quale sono esposti i problemi legati allo stato di diritto che giustificano l’utilizzo del meccanismo.

2. Osservazioni dello Stato membro interessato (1-3 mesi): entro un massimo di tre mesi dall’arrivo della notifica, il governo dello Stato membro interessato deve fornire le informazioni richieste, formulare osservazioni e eventualmente proporre misure correttive.

3. Valutazione della Commissione (1 mese): l’esecutivo comunitario avrà un mese per valutare le informazioni ricevute dallo Stato membro e decidere se proporre misure sanzionatorie che includono la sospensione o la riduzione di alcuni fondi europei destinati al Paese interessato.

4. Osservazioni finali dello Stato membro (1 mese): nel caso la Commissione decidesse di voler proporre delle sanzioni, lo Stato membro interessato avrà un mese di tempo per presentare le proprie osservazioni finali sulle misure proposte.

5. Proposte di sanzioni (1 mese): se la Commissione non è soddisfatta delle osservazioni ricevute e/o dalle misure proposte dallo Stato membro interessato, avrà un mese di tempo per presentare al Consiglio una proposta con le misure sanzionatorie che ritiene opportune.

6. Approvazione del Consiglio dell’UE (1-3 mesi): il Consiglio dell’Ue, dove siedono i governi degli Stati membri, avrà fino a tre mesi di tempo per eventualmente modificare e, con un voto a maggioranza qualificata (i.e. rappresentando il 55% degli Stati membri e il 65% della popolazione UE), approvare le misure sanzionatorie.

Dal momento in cui viene inviata la notifica al momento in cui vengono eventualmente inflitte le sanzioni possono passare tra i 5 e i 9 mesi.

Quali sono i prossimi passaggi per l’Ungheria? 

Ad oggi la Commissione non ha ancora inviato all’Ungheria la notifica formale che attiva il meccanismo di condizionalità. La Presidente von der Leyen ha infatti solo annunciato al Parlamento europeoche la Commissione ha informato le autorità ungheresi dell’intenzione di attivare il meccanismo e che a breve invierà la lettera di notifica formale.

La Presidente non ha dato ulteriori informazioni sulle tempistiche anche se, stando a quando detto durante il dibattito al Parlamento, la notifica dovrebbe essere inviata in tempi brevi. Da quel momento scatterà formalmente la procedura che porterà alla decisione, o meno, di adottare sanzioni contro l’Ungheria per le violazioni dello stato di diritto.