LIBIA: L’UE SIA PROTAGONISTA DI PACE

A undici anni dalla primavera araba libica e dalla caduta di Gheddafi, la situazione in Libia continua ad essere estremamente instabile. Negli anni, il vuoto lasciato dalla fine della dittatura è stato infatti riempito da milizie locali e straniere che, supportate da alcuni attori internazionali, si sono macchiate e continuano a macchiarsi tutt’oggi di crimini atroci.

La frattura est-ovest

All’inizio del 2021 i membri del Forum di dialogo politico libico (LPDF) facilitato dalla missione di supporto ONU in Libia (UNSMIL) avevano individuato nella figura di Abdul Hamid Dbeibeh il nuovo Primo ministro del nuovo Governo di unità nazionale (GNU) con sede nella capitale Tripoli.

Dbeibeh era stato confermato dalla Camera dei rappresentanti libica con sede a Tobruk e riconosciuto dalla comunità internazionale, e il suo ruolo era quello portare il Paese a elezioni nel dicembre del 2021.

Tuttavia, il rinvio a data da destinarsi delle elezioni ha portato la Camera dei rappresentanti libica a non considerare più il PM Dbeibeh legittimo e a nominare l’ex ministro dell’Interno Fathi Bashagha come nuovo Primo ministro nel febbraio 2022.

Un’Unione spaesata

Nonostante il caos libico abbia continuato ad alimentare l’instabilità dell’intera regione e ad avere ripercussioni anche nella sponda nord del Mediterraneo, l’Ue non è stata in grado di svolgere un ruolo rilevante anche perché gli Stati membri non avevano – e ancora non hanno – una posizione comune sulla Libia, non considerata prioritaria.

Tuttavia il Paese è legato a doppio filo con l’Ue. La Libia, infatti, condivide con l’Ue tantissime sfide, tra cui la questione climatica, la crisi energetica e la gestione dei fenomeni migratori.

La stabilità del Paese è quindi interesse non solo del popolo libico ma anche dell’Unione europea e dei singoli Paesi Ue.

Una Raccomandazione concreta per supportare il popolo libico

Mercoledì scorso il Parlamento europeo ha finalmente approvato a larga maggioranza la Raccomandazione al Consiglio, alla commissione e al VP/AR Joseph Borrell sulla situazione in Libia.

Il testo, di cui sono relatore, chiede espressamente alle istituzioni europee e ai governi degli Stati membri di agire concretamente per stabilizzare la Libia e sostenere il suo percorso verso la pace e la democrazia.

Il testo è frutto di mesi di costante dialogo con la società civile e le istituzioni europee, in primis il SEAE (Servizio europeo di azione esterna) e DG NEAR (Direttorato Generale per il Vicinato e l’allargamento della Commissione europea), ma anche di proficua collaborazione coi differenti gruppi politici.

Le proposte dal Parlamento sono tante e concrete, tra cui la nomina di un Rappresentante speciale per la Libia che cooperi strettamente con l’UNSMIL e sostenga attivamente il riavvio dei negoziati tra i vari attori libici per procedere verso elezioni libere e trasparenti, rinstaurare un’autorità centrale e porre fine alle interferenze straniere.

Solo un governo centrale potrà infatti garantire stabilità in Libia e iniziare un processo di transizione democratica.

Per consolidare la pace sarà fondamentale che si ponga fine all’impunità per chi ha commesso gravi violazioni dei diritti umani. Per questo motivo l’Ue deve continuare a supportare il lavoro della Missione indipendente delle Nazioni Unite per l’accertamento dei fatti sulla Libia e della Corte penale internazionale.

Il testo chiede espressamente concrete azioni sul tema della sicurezza e dell’economia, tra cui:

  • esortare tutti gli attori internazionali coinvolti affinché i mercenari, i combattenti stranieri e le forze straniere si ritirino dal territorio libico;
  • riformare il settore della sicurezza nazionale e attuare politiche in materia di disarmo,
  • smobilitazione e reinserimento dei gruppi armati (DDR) al fine di istituire delle forze di sicurezza e di polizia sotto il controllo di un’autorità centrale;
  • Destinare fondi allo sminamento e supportare le vittime delle mine;
  • Offrire supporto tecnico alle autorità libiche per garantire un’equa redistribuzione dei proventi del petrolio ed aiutarle a limitare gli effetti dei cambiamenti climatici e intraprendere una transizione ecologica nel rispetto degli accordi di Parigi.

Grazie al lavoro dei Socialisti e Democratici, il testo tratta con attenzione numerosissimi aspetti concernenti lo stato di diritto e i diritti umani, elaborando proposte molto concrete su:

  • la difesa dei diritti delle donne (incluse quelle in carcere) e dei minori;
  • la questione degli sfollati;
  • la non discriminazione delle minoranze religiose ed etniche;
  • la lotta contro la violenza sessuale e di genere;
  • la violenta repressione delle organizzazioni della società civile;
  • la situazione vergognosa nei campi di detenzione;
  • l’abolizione della pena di morte.

Anche i diritti dei rifugiati, dei richiedenti asilo e dei migranti occupano uno spazio significativo all’interno della Raccomandazione.

Il testo chiede alle istituzioni europee di esortare le autorità libiche a:

  • porre fine alla detenzione arbitraria;
  • introdurre alternative alla detenzione dignitose e basate sui diritti umani;
  • garantire alle organizzazioni umanitarie l’accesso senza restrizioni nei punti di sbarco e nei centri di detenzione;
  • modificare il quadro giuridico libico in materia di migrazione e asilo per allinearlo al diritto internazionale.

Infine il Parlamento si rivolge agli Stati membri, affinché:

  • firmino accordi bilaterali conformi al diritto internazionale;
  • garantiscano adeguate risorse per le attività di ricerca e soccorso;
  • condizionino tutti i fondi Ue al rispetto dei diritti umani e non finanzino o cooperino con attori libici contro i quali ci sono forti accuse di gravi violazioni dei diritti umani e coinvolgimento in traffico di esseri umani;
  • elaborino una più ambiziosa politica di asilo e migrazione comune in grado di affrontare seriamente il fenomeno migratorio nel rispetto del principio di solidarietà ed equa ripartizione della responsabilità (Art.80 TFUE);
  • rafforzino le vie legali e sicure verso l’Ue, ad esempio impegnandosi a reinsediare un maggior numero di persone all’interno dei loro confini e aumentando le capacità dei meccanismi di transito di emergenza (ETMs) gestiti dall’UNHCR.

Il testo completo della relazione può essere letto e scaricato qui, nella pagina ufficiale del Parlamento europeo.

L’ora di agire

Il testo approvato in plenaria approderà ora sui tavoli delle altre istituzioni.

Adesso bisogna impegnarsi per implementare le proposte approvate dal Parlamento e dare al popolo libico tutta l’attenzione e il supporto necessari per costruire la pace e la democrazia.