MODIFICA DEI TRATTATI: IL CORAGGIO DI CAMBIARE

Mercoledì scorso il Parlamento europeo ha finalmente approvato un testo che chiede al Consiglio di attivare la procedura per la modifica dei Trattati su cui si fonda il progetto europeo.
Un voto storico che arriva dopo anni di intense discussioni e lavoro tra i principali partiti europei. L’obiettivo? La costruzione di un’Unione più forte, più verde e solidale, più protagonista sulla scena internazionale e – soprattutto – più vicina alle cittadine e ai cittadini.
Il testo approvato rafforza i poteri del Parlamento europeo, unica istituzione ad elezione diretta, conferendogli il potere di iniziativa legislativa che ad oggi appartiene solo alla Commissione europea. Allo stesso tempo, viene nettamente ridotta la possibilità per il Consiglio di ricorrere al diritto di veto, spesso abusato in passato.
Il testo amplia anche le competenze dell’Unione, sia in materia di sanità pubblica sia riguardo la politica estera, di sicurezza e difesa. Vengono così creati degli strumenti per evitare alcuni errori del passato, come quelli commessi durante la pandemia Covid-19 o le operazioni di evacuazione dopo la caduta di Kabul, e per permetter così all’Ue di reagire in modo rapido ed efficace alle sfide future.
Purtroppo va detto che vari deputati, in particolare del PPE, non hanno rispettato nella sua interezza l’accordo raggiunto dai relatori.
Di conseguenza, nonostante il risultato storico, purtroppo il Parlamento non si è mostrato coeso su alcune battaglie (tra cui quella dell’ambiente e della biodiversità) e perciò, durante il processo di revisione del Trattato, non avrà la stessa forza negoziale auspicata.
Ci si attende però che il livello di ambizione rimanga alto anche nelle prossime fasi e che tutte le istituzioni coinvolte si pongano l’obiettivo di costruire un’Unione più forte, solidale e capace di fare gli interessi dei popoli europei, lasciandosi alle spalle gli egoismi nazionali che ci tengono ancorati al passato.
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