VERSO LA TUTELA DEI CITTADINI UE DA UN USO LIBERTICIDA DEGLI STRUMENTI TECNOLOGICI
Il grande fratello, il sistema di controllo di massa descritto da George Orwell nel suo “1984”, può diventare realtà?
In Cina già lo è: il lancio di un meccanismo di “social scoring”, in grado di assegnare tramite il riconoscimento facciale e gli algoritmi una valutazione comportamentale a ogni individuo, ha permesso una schedatura di massa in grado, in un sistema giuridico non indipendente, di perseguire soggetti ritenuti pericolosi dalle autorità. Le decisioni sul grado di asocialità, e quindi pericolosità, di un individuo sono determinate dall’intelligenza artificiale con un impatto spaventoso sulle libertà fondamentali dell’individuo. L’uso massiccio di questa branca dell’intelligenza artificiale ha avuto, ad esempio, un ruolo fondamentale nel reprimere l’opposizione democratica a Hong Kong e le minoranze religiose in Asia centrale.
Nei giorni scorsi, per prevenirne un uso liberticida, la Commissione Europea ha proposto un Regolamento che ha come obiettivo la salvaguardia dei diritti fondamentali perché, come ha detto la Commissaria Margrethe Vestager, “queste tecnologie non possono mettere a rischio i diritti dei cittadini europei”.
Il Regolamento proposto dalla Commissione Europa identifica diversi fattori di rischio. Tra questi anche strumenti considerati di rischio basso, come l’identificazione biometrica in spazi aperti al pubblico già presente nei nostri aeroporti, nelle stazioni ed e in uso alle forze dell’ordine. La proposta legislativa della Commissione intende regolare l’uso della tecnologia di sorveglianza prima che l’assenza di norme ne agevoli un impiego indiscriminato ed eventualmente lesivo delle libertà personali e collettive.
È un primo passo importante. Il Parlamento Europeo ha iniziato a esaminare il testo con l’obiettivo di garantire la massima tutela delle libertà fondamentali minacciate dall’uso strumentale e non democratico dell’intelligenza artificiale. Avremo la facoltà e il dovere di esprimerci per le necessarie modifiche del testo.
L’Europa, tutelando i suoi quasi 500 milioni di cittadine e cittadini, può e deve dare l’esempio. Come accaduto con la privacy l’Unione Europea ha non solo la possibilità, ma anche il dovere, di imporre le condizioni minime per garantire, a livello globale, democrazia, libertà e diritti.
Il prossimo 9 maggio, in occasione della festa dell’Europa, prenderà avvio la “Conferenza sul Futuro dell’Europa” di cui ho scritto nella precedente newsletter; già ora è possibile intervenire ed esprimere le proprie idee e proposte sulla nuova piattaforma digitale che integra i lavori della Conferenza.
L’invito che appare sul sito è ‘Fai sentire la tua voce’: più persone lo faranno, più sarà possibile fare quanto necessario per un’Europa migliore e più vicina ai cittadini.