TRE INIZIATIVE DEL PARLAMENTO EUROPEO SOSTENUTE DAL GRUPPO S&D
Cari amici, ho scelto di parlarvi di tre iniziative che sono state prese dal Parlamento Europeo grazie soprattutto all’impegno del Gruppo dei Socialisti e Democratici.
Tutela dei lavoratori della cosiddetta “gig economy”
L’Unione europea ha tra i propri doveri quello di tutelare i diritti dei lavoratori, in particolare chi lavora in condizioni di schiavitù determinata da piattaforme digitali governate da algoritmi finalizzati soprattutto a massimizzare i profitti.
È, ad esempio il caso dei riders, ma non solo.
Il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione tesa a garantire per tutti i lavoratori il rispetto di diritti fondamentali quali uno stipendio dignitoso, la tutela in caso di incidenti sul lavoro, il riposo settimanale, malattia e ferie pagate. La risoluzione prevede inoltre che, in caso di contestazioni tra lavoratore e datore di lavoro, debbano essere i datori di lavoro a provare che le condizioni lavorative non contrastino con i diritti previsti dai princìpi e dai trattati dell’Unione europea.
La violenza di genere nei confronti delle donne e delle persone LGBTIQ+ è in continuo aumento non solo in Italia, ma anche in tutta Europa. Un crimine odioso che va punito severamente a livello nazionale e sovranazionale: per questo il Parlamento europeo ha votato una risoluzione che introduce un’importante novità. La violenza di genere deve essere considerata un “eurocrimine”, al pari del crimine organizzato e del riciclaggio. Questi reati debbono essere perseguiti a livello transfrontaliero e debbono prevedere standard minimi comuni in tutti gli Stati europei: solo così non vi saranno più luoghi dove l’impunità prevale sulla giustizia. Grazie anche al lavoro del Parlamento europeo, la Commissione europea si è impegnata a presentare entro la fine dell’anno una proposta di legge per colmare questa lacuna. Monitoreremo affinché questo impegno venga mantenuto.
L’Europa che chiede il rispetto dei diritti fondamentali non può e non deve avere ‘zone d’ombra’ al proprio interno. Lo scorso mese è stata votata una risoluzione, non solo di denuncia ma anche di contrasto per quanto sta accadendo in Polonia, dove il governo sta adottando una politica sempre più improntata alla censura dei media, come nel caso della emittente radiotelevisiva Tvn, e alla limitazione dell’autonomia e indipendenza della magistratura. La risoluzione approvata dal Parlamento europeo sostiene sia arrivato per l’Europa il momento di intervenire, anche con il blocco dei fondi europei (compresi quelli del Recovery Fund), nei confronti dei Paesi che violano lo stato di diritto. Si tratta di una politica che ha già dimostrato la sua efficacia, visto che diverse regioni polacche hanno deciso di revocare il loro status di zone ‘LGBTI-free’ per timore di perdere accesso ai fondi dell’UE. L’Europa, per paesi come Polonia e Ungheria, non può più essere il “regno del Bengodi” dove prendere i fondi senza alcun obbligo. Si è membri dell’Europa rispettando i doveri per avere i propri diritti.