SITUAZIONI ECCEZIONALI RICHIEDONO RISPOSTE ECCEZIONALI

Sono trascorsi oltre due mesi dall’invasione russa e l’Onu stima che vi siano tremila civili ucraini uccisi e oltre 5 milioni di rifugiati. Tra gli obiettivi di Putin c’era senz’altro anche quello di dividere l’Europa, ma il risultato sortito è stato l’esatto opposto. L’Unione europea ha messo in campo misure che non hanno precedenti nella sua storia, sulla scia di quanto già adottato in occasione dell’emergenza Covid-19. Sono stati approvati cinque pacchetti di sanzioni sempre più dure e altri sono in arrivo. È stato offerto aiuto all’Ucraina e soprattutto agli ucraini, in particolare con l’attivazione della protezione temporanea che ha permesso a chi sta fuggendo dalla guerra di essere accolto legalmente in tutta l’Unione.

Un dato politico importante viene dalla Francia con la riconferma di Macron, il quale aveva puntato tutto sull’europeismo. Si è votato anche in Slovenia dove il premier conservatore ed euroscettico Janez Jansa è stato sconfitto dal candidato progressista Robert Golob. Jansa negli ultimi anni aveva più volte provato a limitare la libertà di stampa ma questo non ha impedito un importante cambio di rotta in un Paese che confina con l’Italia.

Ora la nuova sfida che l’Ue ha davanti riguarda le conseguenze economiche di questa situazione che devono affrontare i suoi cittadini. Un ulteriore ostacolo dopo la crisi economica e sociale diretta conseguenza di Covid 19. Stiamo infatti affrontando un generale rallentamento dell’economia. Anche in Italia il Pil nel primo trimestre è sceso dello 0,2% con un contestuale aumento dell’inflazione al 6,2%. A questa grave situazione va aggiunto che solo per gestire l’accoglienza dei profughi ucraina alcuni studiosi hanno stimato per il 2022 la necessità di una spesa di 40 miliardi di euro.

Occorre varare misure straordinarie come il tetto al prezzo del gas, ma soprattutto seguire il modello utilizzato per affrontare le conseguenze del Covid. È necessario quindi che ci sia un nuovo Recovery Plan che ci permetta contemporaneamente di aiutare le famiglie europee in difficoltà e le imprese che rischiano di chiudere con gravi conseguenze sull’occupazione. Dobbiamo inoltre sostenere il sistema dell’accoglienza per i profughi ucraini. Questo sarà l’impegno del gruppo dei Socialisti e Democratici nelle prossime settimane.

Le crisi richiedono risposte eccezionali. Il Patto di Stabilità è ancora sospeso ed è un bene. È arrivato però il momento di andare oltre e di ripensare l’intera “filosofia economica” dell’Unione come ha sempre ammonito il da poco scomparso Jean-Paul Fitoussi. Dobbiamo imporre l’acceleratore a politiche espansive e redistributive sempre più accentuate. Vi è da augurarsi che gli ultimi mesi di Presidenza di turno francese con un rinnovato Macron mettano le basi a questo cambiamento che non si può più rimandare.

I cittadini europei stanno dando fiducia all’Unione, non possiamo deluderli.