ORA E SEMPRE CONTRO OGNI DISCRIMINAZIONE ALL’INTERNO DELL’EUROPA

La maggioranza del Parlamento europeo, della Commissione, del Consiglio, sono dalla parte giusta, quella della difesa dei diritti di tutti e quindi anche della comunità LGBTI. Ma in Europa bisogna fare i conti con la Polonia, dove molte comunità locali si dichiarano ‘libere dal germe LGBTI’ oltre che l’Ungheria il cui Parlamento ha approvato una legge che paragona l’omosessualità alla pedofilia e che impedirà di affrontare temi legati all’identità sessuale in contesti pubblici frequentati dai minori. Una misura molto simile a quella voluta da Putin in Russia che ha vietato ogni manifestazione pubblica di natura omosessuale bollandola come propaganda di genere.

Le manifestazioni del Pride in tutta Europa ci ricordano che la battaglia per un’ effettiva uguaglianza di diritti, con i corrispettivi doveri, non è ancora vinta. E’ un bene che, di fronte agli attacchi alla comunità LGBTI, si sia levato un grido di difesa e solidarietà. Sono stati utilizzati toni finora sconosciuti. Nella riunione del Consiglio europeo di questa settimana, ove siedono i capi di governo dei paesi membri, la voce di Presidenti e Primi Ministri è stata unanime: i valori dell’Unione e la protezione delle minoranze non sono negoziabili e ogni violazione non passerà impunita.

Il nostro Paese ha fatto bene a firmare la lettera a Orban per sostenere i diritti e l’uguaglianza LGBTI, insieme a molti capi di Stato e governo come Merkel, Macron e Sanchez. Il premier olandese Rutte in occasione dell’ultimo Consiglio è arrivato a chiedere al premier ungherese di lasciare l’Unione Europea. Non succederà, ma è la dimostrazione che il nostro fronte è compatto. Ed è ancora più significativo che pochi giorni fa sia stato chiesto dal Parlamento europeo di attivare la clausola di condizionalità che blocca i finanziamenti all’Ungheria proprio a causa delle violazioni dello stato di diritto.

È giunta l’ora in Europa di rimettere al centro i valori come architravi dell’Unione tra Nazioni. Essi sono importanti e urgenti tanto quanto il progetto d’integrazione economica, rivelatosi talvolta fragile anche per mancanza di autentica visione politica, cosa che invece non mancava ai Padri fondatori della CECA e quindi della CEE. L’Europa ha dato un segnale che non deve rimanere isolato. Una comunità che non difende i propri principi smette di essere tale. La nostra azione di Socialisti & Democratici al Parlamento europeo andrà sempre nella direzione di tutelare e rafforzare i diritti civili e sociali.
Di tutti.