LA CRISI UMANITARIA IN UCRAINA E LA RISPOSTA UNITARIA DELL’UE.
In un mese di guerra oltre quattro milioni di persone sono state costrette a scappare dall’Ucraina, in gran parte donne e bambini che hanno lasciato tutto quello che avevano senza nessuna speranza, nessuna certezza sul loro futuro.
L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati certifica che altre 6,5 milioni, pur rimanendo in Ucraina, hanno abbandonato le loro case per cercare riparo in aree meno pericolose. Secondo l’Onu ogni minuto un bambino ucraino diventa un rifugiato.
Oltre il 90% di chi è scappato dai luoghi di guerra si è rifugiato in un Paese dell’Unione europea; oltre la metà in Polonia, in Italia al momento poco meno di centomila.
L’Ue si è immediatamente impegnata per far fronte a questa drammatica situazione stanziando oltre mezzo miliardo di euro in aiuti umanitari in Ucraina, Moldavia e nei Paesi Ue al confine e oltre 17 miliardi di euro di fondi comunitari per l’accoglienza dei rifugiati.
Possiamo dirlo: la risposta corale e unitaria sul fronte umanitario dell’intera Unione europea è un segnale importante che ha rinsaldato il legame comunitario. Quando l’Ue parla e agisce con una voce sola ci guadagna ogni suo Stato membro. E Putin, che mirava a dividere i 27, ha fallito nel suo obiettivo.
Aiutare economicamente gli Stati più impegnati nell’accoglienza è importante ma è ancora più importante la decisione di concedere la ‘protezione temporanea’ alle persone in arrivo dall’Ucraina, che permetterà loro di circolare legalmente in tutta la Ue, di avere un lavoro, andare a scuola, avere un alloggio e l’accesso all’assistenza sociale e medica oltre alla possibilità di presentare domanda d’asilo ai Paesi che li ospitano.
Queste risposte non hanno precedenti nella storia europea.
Tuttavia questa terribile crisi rischia di durare ancora per molto tempo e nessuno può sapere se e quando chi fugge dal proprio paese potrà tornare a casa e in quali condizioni. Come gruppo dei ‘Socialisti e Democratici’ al Parlamento europeo continuiamo ad impegnarci per ulteriori interventi, tra cui una tutela specifica per i minori e la creazione di un vero e proprio “Piano di asilo e migrazione europeo” che rafforzi il principio di solidarietà europea.
L’aggressione all’Ucraina avviene ai confini dell’Europa e ci coinvolge particolarmente, ma l’accoglienza non può esistere a fasi alterne. L’Ue deve dotarsi di strumenti concreti ed efficaci per aiutare chi cerca da noi rifugio anche da altri luoghi di violenza e terrore.
Sulla solidarietà e sul rispetto dei Diritti umani si gioca il futuro e la credibilità dell’Unione europea.