MIA INTERROGAZIONE PARLAMENTARE ALL’ALTO RAPPRESENTANTE JOSEP BORRELL: BASTA SEQUESTRI DI PERSONA, ARRESTI ARBITRARI E TORTURE NEI CONFRONTI DEI COMPONENTI DELLA COMMISSIONE EGIZIANA PER I DIRITTI E LE LIBERTA’.
Milano, 22 dicembre 2019- “Dall’Egitto continuano a giungere inquietanti segnali di grave violazione dei diritti umani, in particolare nei confronti dei ricercatori e degli attivisti che operano all’interno della Commissione egiziana per i diritti e le libertà (ECRF), Istituzione indipendente che si è particolarmente impegnata per scoprire la verità sulla tragica scomparsa del nostro connazionale Giulio Regeni. Nei prossimi giorni depositerò un’interrogazione parlamentare su questa grave situazione indirizzata al Vicepresidente e Alto Rappresentante Josep Borrell e insieme ai colleghi Brando Benifei, Andrea Cozzolino, Paolo De Castro, Pierfrancesco Majorino, Alessandra Moretti, Pina Picierno e Patrizia Toia abbiamo formalmente richiesto all’ambasciatore Ivan Surkoš Capo Delegazione dell’Unione europea in Egitto, di intraprendere tutte le azioni necessarie per porre fine a queste continue e brutali repressioni dei diritti umani in Egitto”, dichiara Giuliano Pisapia europarlamentare S & D Vicepresidente della Commissione Affari Costituzionali del Parlamento Europeo e componente della Commissione Affari Esteri e Diritti Umani.
“Malgrado la Risoluzione del Parlamento Europeo che a grandissima maggioranza ha condannato l’Egitto e previsto il blocco di esportazione di armi e tecnologie di sorveglianza, continuano le repressioni degli attivisti o di chi si impegna per la verità sulla fine di Giulio Regeni e sul rispetto dei diritti umani”, continua Pisapia.
“Proprio per questo abbiamo richiesto formalmente al Capo Delegazione UE in Egitto un intervento presso il governo egiziano per chiedere alle autorità egiziane di rilasciare immediatamente e incondizionatamente Ibrahim Ezz Eldin e di punire tutti i responsabili delle torture da lui subite e garantire a tutti difensori dei diritti umani il diritto di esercitare liberamente il loro impegno senza timore di arresto, torture”, rimarca Pisapia.
Ibrahim Ezz Eldin, ingegnere e ricercatore presso la Commissione egiziana per i diritti e le libertà (ECRF) è stato rapito l’11 giugno 2019 al Cairo.
Il 26 novembre 2019, 67 giorni dopo la sua scomparsa forzata, Ibrahim Ezz Eldin è stato portato davanti alla Procura suprema di sicurezza dello Stato; nonostante fosse detenuto dall’11 giugno 2019, l’Agenzia di Sicurezza Nazionale (NSA) ha dichiarato che fu arrestato il 25 novembre 2019 e ha negato il suo rapimento.
Ibrahim Ezz Eldin ha descritto in dettaglio la sua scomparsa forzata. Ha detto al pubblico ministero di essere stato arrestato dalle forze di sicurezza armate. È stato incatenato, bendato e portato verso una destinazione sconosciuta. E’ stato picchiato ripetutamente sotto la cintura da un ufficiale. Ha trascorso circa tre mesi e mezzo in questo luogo non identificato prima di essere trasferito in uno degli uffici della sicurezza nazionale al Cairo, dove è stato trattenuto circa 56 giorni – senza la possibilità di avere un difensore o di informare e i propri familiari prima di essere portato all’ufficio del procuratore.
Ibrahim Ezz Eldin ha dichiarato di essere stato torturato durante la detenzione per ottenere informazioni sulle sue relazioni con l’ECRF e sul lavoro dell’ECRF, i membri del suo staff e in particolare i suoi direttori.
Una situazione analoga a quella di Ahmed Abdel Fattah, arrestato lo scorso 10 dicembre perché si rifiutava di permettere l’accesso sul suo telefono cellulare; è stato torturato e incarcerato dalle forze di sicurezza nazionale sino a quando non ha comunicato la password del cellulare per verificare i post della Commissione egiziana per i diritti e le libertà da lui condivisi su Facebook. Dichiaratosi membro della Commissione egiziana per i diritti e le libertà sia Fattah che Ezz Eldin erano impegnati per la ricerca della verità dell’omicidio Regeni.
“Quanto sta avvenendo in Egitto nei confronti di chi è impegnato nella promozione e difesa dei diritti umani getta un’ulteriore, sinistra ombra su Al Sisi e sull’intero sistema di potere che regge il paese africano. Questa inquietante escalation di torture nei confronti di attivisti e promotori di diritti umani deve terminare. Sono vittime quanti si sono battuti e si battono per scoprire la verità sulla tragica scomparsa di Giulio Regeni; quella verità che l’Egitto non può più nascondere e che il nostro Paese deve sempre più pretendere. Non è più procrastinabile un efficace intervento dalla UE per porre fine alle torture e violenze.”, conclude Pisapia