23/03/2020

Carceri: E’ DAL PARLAMENTO CHE DEVONO ARRIVARE RISPOSTE DEGNE DI UN PAESE CIVILE. I PROVVEDIMENTI DELL’ESECUTIVO AD OGGI NON SONO SOLO INSUFFICIENTI, MA ANCHE DIFFICILMENTE APPLICABILI

 “Il Presidente Mattarella nella risposta ai detenuti delle carceri del Veneto invita tutti a uno sforzo che deve andare oltre i provvedimenti che il Governo ha sin qui adottato. Non è un caso che i Magistrati di Sorveglianza, la polizia penitenziaria, i direttori degli istituti penitenziari e gran parte degli operatori del diritto hanno evidenziato come i provvedimenti dell’Esecutivo siano non solo insufficienti, ma anche difficilmente applicabili”, dichiara l’Eurodeputato Giuliano Pisapia commentando la lettera del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ai detenuti del Veneto.

I Garanti dei detenuti e i Direttori degli Istituti penitenziari continuano a denunciare una situazione insostenibile e un potenziale, gravissimo rischio epidemiologico. Basti pensare che i detenuti sono oltre 61.000, la capienza regolamentare è pari a meno 51.000 e il tasso di sovraffollamento delle carceri è pari al 119,8%. Stiamo parlando del più alto tasso dell’Unione Europea.

A tutto questo si aggiunga come il nostro Paese vanti il record negativo di detenuti che, come sancito dalla Costituzione e dai trattati internazionali ratificati dal nostro Paese, sono presunti innocenti: quasi 10.000 in attesa di giudizio e oltre 15.000 in attesa di sentenza definitiva.

Ha quindi fatto bene il Presidente della Repubblica, nella sua risposta ai detenuti che chiedevano di meritarsi “una pena e non una tortura”, a chiedere il massimo impegno per trovare una soluzione al sovraffollamento carcerario.

E’ dal Parlamento che devono arrivare risposte degne di un Paese civile. Innanzitutto migliorando e rendendo più efficace in sede di conversione il testo del decreto legge e, soprattutto, ragionando e approvando norme in grado di porre fine a una situazione insostenibile, non degna di un Paese civile considerando come in diverse sentenze della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo l’Italia sia stata condannata per trattamento “inumano e degradante” “, conclude Pisapia