Verso la definizione del bilancio europeo 2021-2027, un aggiornamento.
Il 10 novembre, dopo settimane di intese negoziazioni, il Parlamento europeo e il Consiglio europeo sono riusciti trovare un accordo su come finanziare e utilizzare oltre 1.800 miliardi di euro di fondi europei nei prossimi anni, di cui 1.100 miliardi del bilancio europeo e 750 miliardi del Recovery Fund.
Anche se l’approvazione definitiva del pacchetto richiede ancora alcuni passaggi a livello nazionale ed europeo, l’accordo è un passaggio fondamentale per garantire l’entrata in vigore nel 2021 del bilancio europeo e del Recovery Fund, e include:
• un bilancio europeo di circa 1.100 miliardi dal 2021 al 2027;
• ulteriori dettagli su come finanziare e utilizzare i 750 miliardi del Recovery Fund;
• un calendario per l’introduzione di nuove entrate a livello europeo, tra cui una tassa sulla plastica, una tassa sul digitale e un’imposta sulle transazioni finanziarie;
• e un meccanismo per collegare i fondi europei al rispetto dello stato di diritto.
Nuovo bilancio settennale 2021-2027: accordo su 1.100 miliardi
L’accordo raggiunto riguarda principalmente i 1.074 miliardi del Quadro Finanziario Pluriennale 2021-2027, ovvero il bilancio europeo che viene approvato ogni sette anni.
Il nuovo bilancio è storico non solo perché prevede che circa un terzo dei fondi europei sia destinato a raggiungere gli obiettivi climatici ed ambientali, ma anche perché è la base sulla quale è stato costruito il Recovery Fund, il piano di ripresa economico da 750 miliardi.
Nel dettaglio, il bilancio dei prossimi sette anni andrà a finanziare le seguenti priorità:
• 380 miliardi per la coesione, resilienza e valori, di cui 23 miliardi per l’Erasmus e 5 miliardi per la salute;
• 360 miliardi per le risorse naturali e l’ambiente, che include fondi per l’agricoltura, lo sviluppo rurale e la transizione ecologica;
• 130 miliardi per il mercato unito, l’innovazione e l’agenda digitale, di cui 80 miliardi per il programma Orizzonte Europa per la ricerca;
• 100 miliardi per il vicinato e il resto del mondo, di cui 70 miliardi per lo strumento NDICI per il vicinato e per la cooperazione allo sviluppo;
• e 20 miliardi per gestire la migrazione.
Inoltre, per la prima volta dopo che è stato già siglato un accordo tra i governi nazionali, il Parlamento è riuscito ad ottenere altri 16 miliardi di euro rispetto all’accordo di luglio tra i capi di stato e di governo per dieci programmi chiave, tra cui 4 miliardi in più per la ricerca, 3 miliardi per la salute e 2 miliardi per l’Erasmus.
Risorse proprie europee: calendario per l’introduzione di nuove tasse a livello europeo
Oltre ad aver deciso come spendere i fondi europei nei prossimi anni, l’accordo include un calendario sull’introduzione di nuove risorse proprie, ovvero entrate a livello europeo, per poter finanziare le spese del bilancio e del Recovery Fund.
Non si tratta di nuove tasse sui cittadini, ma di imposte su compagnie che inquinano o che, come le grandi piattaforme digitali, pagano pochissime tasse.
La tabella di marcia concordata prevede l’introduzione delle seguenti nuove risorse proprie:
• Dal 2021: un contributo basato su materie plastiche non riciclate;
• Dal 2023: nuove entrate dalla revisione del sistema di scambio delle quote di emissione, e dall’introduzione di un meccanismo di adeguamento delle emissioni di carbonio alle frontiere e di una tassa sul digitale;
• Entro il 2026: nuove risorse proprie europee, che potrebbero includere una tassa sulle transazioni finanziarie e una nuova base imponibile comune per l’imposta sulle società.
Stato di diritto: meccanismo per collegare fondi Ue al rispetto dei diritti fondamentali
La settimana scorsa è stato approvato anche un accordo su un meccanismo per collegare il bilancio europeo al rispetto dello Stato di diritto e dei valori fondamentali, che il Parlamento europeo aveva definito come condizione necessaria per approvare il bilancio settennale.
Il meccanismo potrà essere attivato quando le violazioni dei principi dello stato di diritto e dei diritti hanno un impatto diretto sul bilancio europeo, e in particolare sulla capacità di un paese di gestire e controllare l’utilizzo dei fondi del bilancio europeo.
Non si tratta quindi di un meccanismo in grado di bloccare qualsiasi finanziamento a un governo che promuove politiche illiberali, ma per la prima volta l’Europa avrà uno strumento veloce ed efficace per contrastare violazioni dello stato di diritto e dei diritti fondamentali.
Il meccanismo prevede:
• una procedura chiara e ben definita per la segnalazione e la sanzione di eventuali violazioni;
• un voto a maggioranza qualificata per approvare le misure, invece di un voto all’unanimità come è avvenuto fino ad ora;
• e delle tutele per i beneficiari dei fondi europei, come i giovani e le piccole e medie imprese, per garantire che non vengano colpiti dalle decisioni dei loro governi.
Recovery Fund
L’accordo raggiunto apre la strada all’entrata in vigore del Recovery Fund e introduce nuove disposizioni per il piano da 750 miliardi, tra cui un ruolo più importante per il Parlamento e un impegno a non ridurre i fondi del bilancio per coprire i costi degli interessi e dei rimborsi.
L’entrata in vigore del Recovery Fund dipende però dall’approvazione di diversi regolamenti che devono ancora completare il loro iter legislativo, e che in alcuni casi richiedono l’approvazione di tutti i parlamenti nazionali. Nonostante l’impegno di tutte le istituzioni, non è dunque garantito che il Recovery Fund sarà già operativo a partire dal 1 gennaio 2020.
Prossime tappe
L’accordo sul pacchetto che include il bilancio 2021-2027 e il calendario per le nuove entrate a livello europeo dovrà essere approvato entro la fine dell’anno sia dal Parlamento che dal Consiglio. Nel frattempo continuerà l’iter per l’approvazione del meccanismo sullo Stato di diritto e del Recovery Fund.
I governi dell’Ungheria e della Polonia hanno dichiarato che non accetteranno il meccanismo sullo Stato di diritto e hanno minacciato di usare il loro potere di veto per bloccare i fondi previsti nel bilancio europeo e l’avvio ufficiale del Recovery Fund.
Si prevedono dunque ancora lunghi negoziati prima dell’approvazione in via definitiva del pacchetto, ma con l’accordo raggiunto questa settimana si è un fatto un passo importante nella direzione giusta.