VERSO L’INTRODUZIONE UN SALARIO MINIMO EUROPEO
Nel settembre 2020, la Commissione europea ha annunciato che avrebbe presentato una proposta di legge da tempo richiesta a gran voce da tutte le forze progressiste dell’Unione: una direttiva per istituire un salario minimo a livello europeo.
A fine novembre 2021, a oltre un anno di distanza, il Parlamento europeo ha avuto la possibilità di esprimersi sull’argomento, approvando a larghissima maggioranza (443 voti a favore, 192 contrari e 58 astensioni) una prima versione della proposta di direttiva sul salario minimo.
Il voto in Parlamento non sancisce ancora l’istituzione di un salario minimo all’interno dell’Unione europea, ma rappresenta un primo passaggio formale per poter avviare i negoziati con il Consiglio dell’UE, dove siedono tutti i governi dei 27 Stati membri che porteranno alla stesura del testo di legge definitivo.
Si tratta in ogni caso di un passo nella direzione giusta e verso un’Unione più equa e solidale. È quindi opportuno capire bene quali sono le proposte principali della direttiva e fare chiarezza su alcuni punti.
Perché è stato proposto un salario minimo europeo?
Secondo alcune stime dell’Ufficio statistiche dell’Unione europea (Eurostat), quasi un lavoratore europeo su dieci è a rischio di povertà. L’obiettivo della proposta di un salario minimo europeo è quindi chiaro: garantire che i lavoratori ricevano un salario dignitoso e combattere il fenomeno della povertà lavorativa.
Inoltre, promuovendo una convergenza salariale a livello europeo, la normativa contribuirebbe a ridurre le enormi differenze negli stipendi tra i Paesi Ue e a fermare la delocalizzazione delle imprese e dei lavoratori. Attualmente infatti i salari minimi mensili in Europa variano da un minimo di 332 euro in Bulgaria ad un massimo di 2.202 euro in Lussemburgo.
Cosa propone la Commissione europea?
Con l’obiettivo ultimo di garantire dei salari minimi adeguati in tutti i Paesi europei, la Commissione lascia comunque la libertà ai singoli governi di decidere se promuovere la definizione di un salario minimo tramite la contrattazione collettiva o se fissare un salario minimo per legge.
Un aspetto importante è che la Commissione chiede a tutti gli Stati membri di promuovere una maggiore partecipazione delle parti sociali nel processo di contrattazione collettiva sulla determinazione dei salari.
Nei Paesi in cui la contrattazione nazionale ha un tasso di copertura inferiore al 70%, i governi dovranno presentare un piano d’azione per spiegare come intendono promuovere la contrattazione collettiva. Secondo uno studio della Confederazione europea dei sindacati la copertura dei contratti nazionali è in media del 61% nell’Unione europea e solo in dieci Stati membri dell’UE, tra cui l’Italia (80%), la copertura supera il 70%.
Per i Paesi dotati di salari minimi legali, la Commissione europea propone di utilizzare dei criteri e degli indicatori oggettivi per valutare la loro adeguatezza.
Quali miglioramenti propone il Parlamento europeo?
La proposta del Parlamento europeo prevede innanzitutto di rafforzare ulteriormente la contrattazione collettiva, alzando dal 70% all’80% la soglia di copertura dei contratti nazionali sotto la quale i Paesi dovrebbero presentare un piano d’azione.
Inoltre, la proposta si schiera apertamente contro l’approvazione di misure che impedirebbero ai lavoratori di aderire a un sindacato o qualsiasi atto volto a pregiudicare la contrattazione collettiva.
Infine, il Parlamento esorta i governi nazionali a includere diversi criteri, tra cui il potere d’acquisto e il tasso di povertà, nella valutazione dell’adeguatezza dei salari minimi, e di usare indicatori comunemente usati a livello internazionale per decidere a che livello fissare i salari minimi. Nello specifico, la proposta del Parlamento sostiene che il salario minimo dovrebbe corrispondere almeno al 50% del salario lordo medio e al 60% del salario lordo mediano nazionale.
Quando entrerà in vigore la normativa?
In seguito all’approvazione del Parlamento, anche il Consiglio dell’UE ha approvato la sua posizione sulla proposta della Commissione europea. Nelle prossime settimane potrebbero già iniziare i negoziati sulla versione del testo che dovrà essere approvata in via definitiva dalle istituzioni europee. I singoli Stati membri dovranno poi adottare delle misure a livello nazionale per recepire la normativa europea.
Non è ancora chiaro quando vedremo l’entrata in vigore definitiva del salario minimo europeo, ma è probabile che il processo richiederà ancora diversi mesi. Ciononostante il voto del Parlamento europeo sancisce ufficialmente l’avvio di un iter importante che, una volta concluso, garantirà finalmente a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori dell’Unione un salario dignitoso.