Le nuove misure dell’UE per l’emergenza Coronavirus

Nei giorni scorsi si sono riuniti, in videoconferenza, sia i ministri dell’economia e delle finanze dell’eurozona che i capi di Stato e di governo dei 27 Stati membri dell’Ue. Le riunioni hanno aiutato i governi a mettersi d’accordo su ulteriori misure da adottare a livello europeo per contrastare gli effetti del Coronavirus sulla salute pubblica e sull’economia europea.

Le nuove misure che sono state annunciate si aggiungono alle azioni che sono già state prese dalla Commissione europea e dai governi degli Stati membri nelle ultime settimane.

I governi europei hanno deciso di sospendere per 30 giorni i viaggi non essenziali da Paesi terzi verso l’Unione europea, con alcune eccezioni ad esempio per medici, infermieri e cittadini europei che si trovano attualmente all’estero.

La Commissione europea, l’organo esecutivo dell’Ue, ha pubblicato inoltre delle linee guida per gli Stati membri su come trovare un giusto equilibrio tra la reintroduzione dei controlli alle frontiere interne dell’area Schengen e il mantenimento del funzionamento del mercato interno dell’Ue, soprattutto per permettere il passaggio di beni alimentari, medicinali e merci.

Per quanto riguarda la sanità pubblica, la Commissione ha messo in atto delle misure di coordinamento delle risposte a livello europeo per contrastare l’emergenza.

In primis, per far fronte alla scarsità di dispositivi di protezione individuale in Europa, le esportazioni di mascherine e altri materiali protettivi al di fuori dell’Ue saranno possibili solo previa approvazione esplicita degli Stati membri.

L’esecutivo di Bruxelles ha inoltre avviato un dialogo con l’industria farmaceutica e delle procedure accelerate congiunte di appalto per garantire un’adeguata fornitura a livello europeo di dispositivi di protezioni individuale.

Infine, la Commissione ha istituito un gruppo consultivo sul Coronavirus composto da epidemiologi e virologi europei, tra cui anche la direttrice del Laboratorio di Virologia dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive ‘Lazzaro Spallanzani’, e ha stanziato fondi per progetti di ricerca sui vaccini, la diagnosi e il trattamento del virus.

Allo stesso tempo, i governi europei hanno anche messo a punto delle politiche comuni per far fronte alle conseguenze economiche del Coronavirus.

I ministri delle finanze della zona euro, seguiti dai leader dei 27 Stati membri dell’Ue, hanno dichiarato di essere disposti a prendere tutte le misure necessarie per contrastare l’impatto economico del Coronavirus.

I governi dell’Ue si sono accordati per consentire agli Stati di usufruire della massima flessibilità consentita nelle norme in materia di aiuti di Stato, per permettere ai governi di sostenere le piccole e medie imprese in questo periodo difficile, e nel Patto di stabilità e crescita, per permettere ai governi di mettere in atto delle politiche economiche per contrastare la crisi, senza che queste vengano considerate nelle valutazioni sui bilanci pubblici dei Paesi europei.

Infine, con il consenso dei governi nazionali, la Commissione sta lavorando su tre fronti ulteriori.

Il primo consiste nel reindirizzare un miliardo di euro dal bilancio dell’Ue al supporto di programmi che dovrebbero incentivare le banche europee a fornire liquidità alle piccole e medie imprese (Pmi). Questi fondi potrebbero trasformarsi dunque in 8 miliardi di euro di aiuti diretti alle aziende europee, contribuendo a sostenere fino a 100.000 PMI europee.

Il secondo è l’istituzione del ‘Fondo di investimento Coronavirus’ che, con oltre 37 miliardi di euro provenienti dai fondi europei, servirà a sostenere i sistemi sanitari, le Pmi, il mercato del lavoro e i settori economici particolarmente vulnerabili.

Il terzo è l’ampliamento del Fondo di solidarietà dell’Ue alle emergenze di sanità pubblica. Questo permetterebbe l’ulteriore scongelamento di fondi comunitari per aiutare gli Stati membri a gestire la crisi sanitaria nei loro Paesi.

Su queste ultime due misure, il Consiglio europeo si è già mosso e proprio oggi ha approvato due regolamenti per lo sblocco dei fondi previsti. Il Parlamento europeo sarà consultato nei prossimi giorni e, una volta trovato un accordo, verranno adottate entrambe le normative.

Per avere un impatto reale sui territori nazionali, tutte queste misure dovranno chiaramente essere integrate con dei provvedimenti dei governi degli Stati membri. Ma è chiaro che sia i governi che le istituzioni comunitarie si stanno muovendo per coordinarsi e trovare soluzioni congiunte per far fronte a una sfida che riguarda tutti i 500 milioni di cittadini europei.

È questa la solidarietà sulla base della quale l’Unione dovrebbe impegnarsi.