LA LOTTA ALLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA: UNA PROSPETTIVA EUROPEA
Negli ultimi decenni, la criminalità organizzata si è notevolmente evoluta, adeguandosi ai vari cambiamenti socio-economici nazionali e internazionali. La sua diffusione e i suoi profondi legami transnazionali rendono sempre più necessari strumenti di contrasto europei, e non solo nazionali.
La lunga esperienza dell’Italia in questo ambito ha rappresentato, e continua a rappresentare, un contributo prezioso per il lavoro dell’Unione europea che, in questi ultimi anni, ha fatto importanti passi in avanti e creato importanti strumenti a disposizione di tutti gli Stati membri dell’Ue per contrastare la criminalità organizzata.
Strumenti europei e sviluppi recenti
Il Trattato di Amsterdam (1997) ha dato vita allo Spazio europeo di libertà, sicurezza e giustizia e, per la prima volta in un trattato europeo, è stata inserita l’importanza del contrasto alla criminalità organizzata.
Solo con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona nel 2009 la criminalità organizzata è entrata a far parte dei cosiddetti “eurocrimini”, i reati particolarmente gravi e di natura transnazionale sulle quali l’Ue può stabilire norme minime relative al loro contrasto.
Nel 2012 il Parlamento europeo ha poi istituito una Commissione speciale sul crimine organizzato, la corruzione e il riciclaggio di denaro che, grazie anche ai suoi esponenti di spicco (tra cui Rita Borsellino), ha contribuito allo sviluppo della materia con proposte fondamentali per un’azione coordinata a livello europeo.
Il vero salto di qualità è però avvenuto solo recentemente. Nel 2021, infatti, la Commissione europea ha presentato la prima Strategia europea per la lotta alla criminalità organizzata. Il documento individua le azioni prioritarie di medio e lungo termine e si basa su alcuni pilastri principali, tra cui la cooperazione tra autorità giudiziarie e autorità di contrasto, il rafforzamento dell’efficacia delle indagini e l’introduzione di nuove norme per ridurre ulteriormente i profitti della criminalità organizzata. La Strategia ha avuto un impatto efficace e concreto dando nuovo slancio alla Piattaforma europea di lotta alle minacce della criminalità organizzata (EMPACT) che ha ottenuto risultati importanti rafforzando e facilitando la cooperazione di diverse agenzie e istituzioni nazionali ed europee.
Nonostante questi importanti passi in avanti, il contrasto alla criminalità organizzata rimane comunque un ambito molto difficile da affrontare che necessita ancora di ampio impegno lavoro. Secondo un recente studio della Commissione europea i proventi delle attività illecite delle organizzazioni criminali rappresentano ben l’1% del PIL comunitario, pari in media a 139 miliardi di euro l’anno. Questi numeri dimostrano la necessità di rafforzare ulteriormente gli strumenti e la cooperazione a livello europeo.
Prossimi passi
Attualmente l’impegno dell’Ue si sta concentrando su due temi legati ai ricavi finanziari delle organizzazioni criminali, il riciclaggio di denaro e la confisca dei beni.
Per quanto riguarda il riciclaggio di denaro la Commissione europea ha presentato un pacchetto di proposte nell’estate del 2021 che mira a rafforzare le normative europee, tra cui l’istituzione di una nuova Autorità antiriciclaggio europea (AMLA). L’AMLA eserciterà non solo il ruolo di supervisore delle norme antiriciclaggio ma anche di meccanismo di coordinamento sovranazionale delle Unità di informazione finanziarie nazionali.
Nei lavori in corso si sta anche discutendo di dove localizzare la sede di questa nuova Autorità, che ha suscitato l’interesse da parte di ben sei Paesi membri tra cui il nostro, con varie città italiane candidatesi come sede. La decisione è attesa già per i prossimi mesi e l’Autorità dovrebbe essere operativa a partire dal 2024.
Nel maggio 2022 è stata inoltre presentata una nuova direttiva in materia di confisca e recupero dei beni che aggiorna le norme europee in materia. Le novità principali prevedono l’ampliamento dei reati per i quali si procede a confisca, l’introduzione di nuove forme di confisca e l’istituzione di uffici per la gestione dei beni in tutti gli Stati membri dell’Ue.
Entrambe le proposte sono ancora oggetto di discussione al Parlamento europeo, ma l’obiettivo è che entrino in vigore entro la fine della legislatura in corso. Al di là dei loro contenuti, è importante riconoscere che queste nuove leggi rientrano in un quadro di rinnovata attenzione al contrasto della criminalità organizzata. Questo fenomeno, che fino a poco tempo fa veniva erroneamente considerato un problema solo di pochi Paesi, è finalmente riconosciuto come un problema internazionale. Questi ultimi sviluppi rappresentano quindi un cambio di mentalità, che ci auguriamo possa dare un contributo collettivo sostanziale alla lotta alla criminalità organizzata non solo in Italia ma in tutto il continente europeo.