“European Solidarity Now!” un appello per rinnovare il voto di solidarietà degli Stati fondatori dell’Unione europea
La Treccani definisce la solidarietà come un “rapporto di fratellanza e di reciproco sostegno che collega i singoli componenti di una collettività nel sentimento appunto di questa loro appartenenza a una società medesima e nella coscienza dei comuni interessi e delle comuni finalità”. La solidarietà è sancita dai Trattati fondativi dell’Unione europea (Art. 80 del Trattato sul funzionamento dell’Ue) che affermano che “Le politiche dell’Unione e la loro attuazione sono governate dal principio di solidarietà e di equa ripartizione della responsabilità tra gli Stati membri, anche sul piano finanziario”. Questa è la strada che hanno tracciato per noi le madri e i padri fondatori dell’Europa: un progetto solidale fondato sulla comunanza di valori e d’intenti. In questo frangente drammatico e polarizzante verrebbe quindi da chiedersi dove ci siamo smarriti e quando abbiamo smesso di costruire quella casa comune pensata per nobilitare nazioni un tempo dilaniate da nazionalismi e guerre.
In realtà, quella casa c’è ancora, ci sono le fondamenta e anche qualche mattone ma sicuramente rimane incompiuta rispetto a quell’ambizioso progetto immaginato da Altiero Spinelli a Ventotene.
La solidarietà è un principio vincolante che anima trattati e Parlamento europeo ma che purtroppo viene ridotto a mero criterio morale quando alla dinamica democratica europea prevalgono le dinamiche intergovernative. Quei negoziati fra Stati sovrani che alla visione d’insieme privilegiano gli interessi egoistici dei singoli ben riassunti dagli slogan nazionalisti: prima gli italiani, prima gli ungheresi, prima i tedeschi e così via.
È per questo motivo che ho deciso di firmare insieme a tante e tanti esponenti della politica, della società civile e cittadini un appello per rinnovare quel voto di solidarietà e fratellanza che gli Stati fondatori dell’Unione europea sancirono a Roma con la firma dei trattati nel 1957. È un testo che abbiamo voluto indirizzare soprattutto a tedeschi e italiani per ancorare il dibattito sugli eurobond alle fondamenta valoriali che ci accomunano.
Per la prima volta da tanto tempo, l’opinione pubblica in Germania e Olanda è spaccata sul tema fiscale. Sta facendo breccia quello spirito europeo forse appassito ma mai morto. Quale occasione migliore quindi per smentire il luogo comune dell’italiano cicala e del tedesco formica?
Ma se, almeno fra la maggioranza degli italiani, il principio della solidarietà è condiviso e chiaro, altrettanto non vale per gli strumenti concreti per metterlo in pratica. Io stesso mi sono sentito perso nel dibattito sugli Eurobond e come rappresentate dei cittadini ritengo doveroso chiarire le diverse proposte in campo e l’evoluzione storica di questa discussione che infiamma gli animi europei sin dalla fondazione della nostra casa comune.
Per firmarlo: www.weareinthistogether.eu qui una nota sugli eurobond in PDF, qui consultabile on line, per capire di cosa si sta realmente discutendo. Buona lettura!