Interrogazione alla Commissione Europea sulla detenzione dell’attivista iraniana Sotoudeh

Interrogazione con richiesta di risposta scritta al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza.
Giuliano Pisapia, Marco Dreosto, Pina Picierno, Elena Lizzi

“Nasrin Sotoudeh è una giurista iraniana attiva nel campo dei diritti umani, una delle poche persone ad aver difeso coraggiosamente i dissidenti arrestati nelle proteste di massa del 2009, prima di essere arrestata nel 2010. Quando è stata insignita del premio Sakharov stava scontando una pena di sei anni di reclusione, si trovava in isolamento e aveva intrapreso uno sciopero della fame.

Alla liberazione, Sotoudeh è tornata all’attivismo difendendo le donne e sostenendo i diritti umani.

Come documentato da Amnesty International, dal giorno del suo ultimo arresto, Nasrin Sotoudeh ha subito gravi violazioni dei diritti umani. Dopo un processo irregolare, è stata sottoposta a tortura e a detenzione arbitraria.

Tenuto conto del fatto che l’articolo 6 TUE vincola l’azione esterna dell’UE alla tutela dei diritti umani, che Nasrin Sotoudeh è stata insignita del più alto riconoscimento dell’UE sui diritti umani e alla luce delle precedenti interrogazioni scritte dell’11 luglio 2018 e del 12 marzo 2019, può l’alto rappresentante rispondere ai seguenti quesiti:

Può elencare le azioni concrete intraprese dall’Unione Europea e quelle che intende adottare in futuro per favorire la liberazione di Nasrin Sotoudeh?

Come può l’UE scoraggiare efficacemente le perduranti violazioni dei diritti dell’uomo in Iran?”

 

La risposta del Vicepresidente Josep Borrell a nome della Commissione europea

L’Unione europea è estremamente preoccupata per la condanna di Nasrin Sotoudeh avvenuta nel marzo 2019 e per la pena detentiva che le è stata inflitta. L’UE è fermamente convinta che l’arresto e la condanna di Nasrin Sotoudeh siano totalmente incompatibili con la natura del suo lavoro di avvocatessa impegnata nel campo dei diritti umani, in particolare i suoi tentativi di evitare l’esecuzione di giovani dissidenti e il suo lavoro a favore dell’uguaglianza di genere. Per questo motivo il 13 marzo 2019 il portavoce dell’Alto rappresentante/vicepresidente ha rilasciato una dichiarazione ricordando tali preoccupazioni ed esortando l’Iran a garantire che Nasrin Sotoudeh e suo marito, Reza Khandan, anch’egli raggiunto dalla condanna a una lunga pena detentiva, possano presentare ricorso in appello.

Dopo l’arresto nel giugno 2018, l’UE ha sollevato diverse volte il caso di Nasrin Sotoudeh durante i contatti bilaterali con le autorità iraniane, chiedendo che sia rilasciata e che, durante la detenzione, le sia permesso di accedere a un difensore di sua scelta e di incontrare i familiari. Il caso è stato anche sollevato durante la discussione sui diritti umani che si è tenuta a margine dell’ultimo dialogo ad alto livello UE-Iran del 26 novembre 2018.

L’UE continuerà a sollevare la questione di Nasrin Sotoudeh, sostenendone il rilascio, a integrazione degli sforzi degli Stati membri e del Parlamento europeo. L’UE auspica che, mediante uno sforzo collettivo, Nasrin Sotoudeh sia rilasciata, possa ricongiungersi alla famiglia e sia autorizzata a riprendere la sua attività di avvocatessa.