Una panoramica sul mandato di arresto europeo
I trattati europei sanciscono che l’Unione europea offra ai suoi cittadini uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia. È per questo che negli ultimi anni i governi europei hanno lavorato per rafforzare la cooperazione giudiziaria in materia penale.
Il mandato di arresto europeo è uno degli strumenti più utilizzati in questo ambito ed è dunque importante capire come funziona, perché è utile e come stiamo lavorando per migliorarlo.
Cos’è il mandato d’arresto europeo?
Il mandato d’arresto europeo è stato istituito nel 2002 per rendere più facili e veloci le procedure di consegna di persone indagate o condannate tra Paesi europei.
Si tratta di una procedura che permette a un’autorità giudiziaria di uno Stato membro dell’Unione europea di chiedere a un altro Stato membro di consegnare una persona indagata o condannata al fine dell’esercizio di procedimenti penali o dell’esecuzione di una pena o di una misura privativa della libertà.
Un’autorità giudiziaria può emettere un mandato d’arresto in due casi: se il ricercato è accusato, ma non ancora giudicato colpevole, di un reato per il quale è prevista una pena o misura di sicurezza privativa della libertà non inferiore a dodici mesi, oppure, in caso di condanna, per l’esecuzione di una pena o misura di sicurezza non inferiore a quattro mesi.
Il fatto per il quale una persona è ricercata deve costituire un reato sia nello Stato di emissione che nello Stato di esecuzione del mandato d’arresto. Esistono però 32 tipologie di reati particolarmente gravi, tra cui il terrorismo e la tratta di essere umani, per cui non è necessario che l’atto costituisca un reato in entrambi i Paesi.
Le autorità dello Stato di esecuzione devono rifiutare la consegna se la persona è stata già giudicata per lo stesso reato, è minorenne o se il reato è coperto da amnistia, e hanno la facoltà di decidere di non estradare la persona anche in altre circostanze (per esempio nel caso in cui ci sia un procedimento penale già in corso nello Stato di esecuzione).
Perché è utile?
Basandosi sul reciproco riconoscimento delle decisioni giudiziarie – e stabilendo delle regole comuni – il mandato d’arresto europeo ha istituito un sistema più celere per la consegna di persone ricercate da autorita’ giudiziarie di altri paesi.
Il numero di mandati d’arresto europei emessi dall’Italia è aumentato da 121 nel 2005 a 1.291 nel 2017. Nello stesso periodo, il numero di ricercati consegnati da altri Stati membri all’Italia, sulla base di mandati d’arresto emessi da autorità giudiziarie italiane, è aumentato da 57 nel 2005 a 405 nel 2017.
Inoltre, istituendo un sistema con delle regole e dei termini precisi, e nel quale le decisioni sulle estradizioni vengono prese dalle autorità giudiziarie, limitando dunque gli interventi politici nelle decisioni sulle estradizioni, il mandato d’arresto europeo ha reso più rapido e imparziale il processo di consegna di una persona ricercata.
Migliorare l’attuazione mandato d’arresto europeo
Nonostante il mandato d’arresto europeo abbia istituito un sistema più semplice per le procedure di consegna tra i Paesi europei, rimane ampio spazio per renderlo più efficiente. A quasi vent’anni dalla sua approvazione, sono emersi diversi problemi nella sua applicazione ed è quindi giunta l’ora di affrontarli
Ad esempio, mentre da un lato l’aumento nel numero di mandati d’arresto emessi rivela l’importanza di questo strumento, dall’altro è anche un motivo di preoccupazione, visto che non sempre vengono utilizzati per reati particolarmente gravi (secondo i dati più recenti, il reato oggetto dell’emissione di mandati d’arresto europei più comune è il furto).
Andrebbero inoltre affrontate le forti preoccupazioni espresse da organizzazioni non governative in materia di salvaguardia dei diritti fondamentali, soprattutto per quanto riguarda le condizioni detentive nonché il diritto a un processo equo. Le condizioni di detenzione variano infatti molto di paese in paese e non sempre sono garantite condizioni che rispettino la dignità umana. Allo stesso tempo, un processo equo potrebbe non essere garantito in quegli Stati membri, come Polonia e Ungheria, che non garantiscono l’indipendenza della magistratura. La Corte Europea di Giustizia si è più volte espressa in merito.
Il nostro impegno al Parlamento europeo
In una risoluzione del 2014, il Parlamento europeo ha dato voce a queste preoccupazioni riconoscendo molti problemi legati all’attuazione del mandato d’arresto europeo. L’europarlamento ha auspicato un intervento legislativo includendo delle proposte per una riforma atto a migliorarlo. Purtroppo la Commissione, che detiene il diritto di iniziativa legislativa, non ha formulato ancora nessuna proposta.
Nei mesi scorsi nella commissione affari costituzionali abbiamo formulato un parere avanzando delle proposte chiare e concrete, fra cui:
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maggiore collaborazione giudiziaria a livello europeo,
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più attenzione ai diritti fondamentali e allo stato di diritto,
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un aggiornamento della normativa europea per rendere più chiaro come e quando utilizzare un mandato d’arresto europeo e per tenere conto degli sviluppi giurisprudenziali in materia.
Il parere è stato approvato a larga maggioranza e contribuirà alla relazione che il Parlamento voterà nei prossimi mesi e presenterà alla Commissione europea e ai governi nazionali. Seguendo il link in basso troverete il testo del parere:
https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/AFCO-AD-648270_IT.pdf